Home » Arte e tecnica: l’IA svela i segreti della Pala Baronci di Raffaello
L’integrazione tra arte e tecnologia ha portato a scoperte straordinarie nel campo della conservazione delle opere d’arte. Un recente studio condotto dall’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ispc) ha introdotto l’intelligenza artificiale (IA) nell’analisi dei dati spettrali raccolti attraverso la tecnica di Macro X-ray Fluorescence (MA-XRF). Questa metodologia, applicata allo studio dei dipinti, rappresenta una vera rivoluzione per gli studiosi del settore, consentendo di analizzare in maniera più rapida e precisa i pigmenti e i materiali impiegati dagli artisti.
Il nuovo approccio è stato sperimentato sui frammenti della Pala Baronci, una delle prime opere di Raffaello, attualmente conservati al Museo di Capodimonte a Napoli. L’opera, purtroppo danneggiata nel tempo, ha fornito l’occasione ideale per mettere alla prova la tecnologia MA-XRF in combinazione con l’IA. Grazie a queste tecniche, è stato possibile ricostruire la distribuzione dei pigmenti sulla superficie pittorica, offrendo una nuova comprensione dell’approccio creativo del maestro rinascimentale e dello stato di conservazione dei materiali utilizzati.
Il cuore dello studio è un sofisticato algoritmo di deep learning, addestrato su un vasto database di spettri XRF generati tramite simulazioni Monte Carlo. Questo strumento avanzato permette di analizzare con precisione le grandi quantità di dati che derivano dalle misurazioni MA-XRF, superando i limiti delle tecniche tradizionali. Come sottolineato da Francesco Paolo Romano, uno dei ricercatori coinvolti, l’algoritmo è stato sviluppato utilizzando esclusivamente dati sintetici, evitando così la necessità di campioni fisici, ma riuscendo comunque a garantire risultati di altissima qualità.
I risultati ottenuti dal modello di intelligenza artificiale hanno dimostrato la sua capacità di identificare con estrema precisione la distribuzione degli elementi chimici presenti nei pigmenti, migliorando notevolmente la qualità delle immagini rispetto alle tecniche tradizionali. Questo studio non solo segna un progresso significativo nell’uso dell’IA applicata alle scienze del patrimonio, ma offre anche una visione futura in cui sarà possibile analizzare opere d’arte complesse senza ricorrere a metodi invasivi. L’integrazione di IA e tecnologie di imaging avanzato promette di rivoluzionare ulteriormente il campo della conservazione artistica, rendendo più accessibili e precisi gli studi sul patrimonio culturale.
© 2023 World Culture - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 33 del 21/07/2022)
Gruppo Editoriale: Lumos - Animalsland - Findyourtravel - Foodando - Nearfuture
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