Home » Beni culturali, l’AI per il recupero delle opere trafugate
Il crescente utilizzo dei canali telematici anche per il commercio illecito e l’esportazione di beni culturali ha convinto il Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) ad aggiornare i propri sistemi informatici di ricerca e controllo. E’ nato così il progetto Stolen Works Of Art Detection System, un sistema informatico di intelligenza artificiale che consente la raccolta automatica di dati e immagini provenienti da web, deep web e social media, per confrontarle con le foto delle opere da ricercare. Il risultato è stato entusiasmante. Nel 2023 sono stati monitorati oltre 984 siti web ed esaminati 6.674 beni. L’attività di controllo ha consentito di recuperare dai siti web 31.689 beni rispetto ai 4.935 dell’anno precedente. Si tratta, in particolare, di quasi 19 mila beni archivistici e librari, oltre 500 reperti archeologici, quasi 10mila beni numismatici e soprattutto 291 opere false, 60 sculture e 147 dipinti. L’attività ha portato inoltre al deferimento all’Autorità Giudiziaria di 101 persone.
Ecco alcune opere d’arte rubate e mai ritrovate:
La Gioconda di Leonardo da Vinci, il ritratto più famoso del mondo, la fu rubato nel 1912 dal Museo del Louvre di Parigi da un decoratore italiano, Vincenzo Peruggia, con il nobile intento di restituire all’Italia quel capolavoro che pensava ci fosse stato rubato da Napoleone. Il dipinto recuperato due anni dopo e ritornò al Louvre.
Napoleone si appropriò di moltissime opere d’arte come il celeberrimo Laocoonte, la Venere Capitolina, opere di Tiziano, Guercino, Guido Reni, Hayez, Barocci, Veronese, Canova e di tanti altri capolavori di altri artisti.
Il furto di opere d’arte rappresenta un business molto fruttuoso. Ma si ruba anche perché possedere un’opera d’arte è segno di potere, prestigio, forza.
© 2023 World Culture - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 33 del 21/07/2022)
Gruppo Editoriale: Lumos - Animalsland - Findyourtravel - Foodando - Nearfuture
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