Esplorare una mostra non è semplicemente passeggiare tra opere d’arte. Spesso l’esperienza può avvicinarsi ad un’esplorazione di ricordi, siano essi personali o collettivi. E quando questi ricordi dipingono la nostra relazione con le piante nel corso dei secoli viene fuori una mostra come quella che sarà inaugurata presto a Parma. La location è il Palazzo del Governatore, e la mostra ci sarà dal 13 gennaio. ‘Impronte. Noi e le piante’, è il suo titolo. Un’esposizione unica nel suo genere, realizzata dall’Università di Parma in collaborazione con il Comune e con il sostegno di Fondazione Cariparma, Gruppo Chiesi e Gruppo Davines.

Dieci sezioni, un’unica memoria naturale
Il percorso si snoda attraverso oltre 200 oggetti figurativi. Questi variano da erbari storici, illustrazioni botaniche e stampe in nature printing e xiloteche a fotografie moderne e immagini ad alta tecnologia. La mostra, programmata fino all’1 aprile, offre uno sguardo approfondito sul legame senza fine tra umanità e natura, tra botanica e arte, tra scienza e immagini. Divisa in dieci sezioni, ‘Impronte’ segue il filo conduttore della memoria naturale che l’uomo ha cercato di catturare e fissare nel corso dei secoli.
Dagli antichi erbari alle moderne immagini satellitari dei censimenti arborei, passando per illustrazioni, taccuini, modellini e persino risonanze magnetiche e sguardi ai raggi X, la mostra offre una prospettiva ampia e coinvolgente. Al centro di tutto ciò, l’installazione audiovisiva “Artificial Botany” esplora le suggestioni e le capacità espressive delle illustrazioni botaniche classiche utilizzando moderni algoritmi di apprendimento automatico. Un viaggio immersivo nel mondo dell’arte botanica che va al di là della superficie e si addentra nei dettagli intricati della natura.
Noi e le piante: una galassia di storie
Numerose opere in mostra portano alla luce i legami tra l’immaginario botanico e la vita urbana, raccontando storie affascinanti di personaggi illustri come Luigi Gardoni. Il suo erbario farmaceutico, rinvenuto solo nel 2014 dopo un lungo silenzio negli armadi dell’Orto Botanico, testimonia il valore attribuito alla conoscenza botanica. Da donazioni regali di modelli di funghi in cera acquistati da Maria Luigia d’Austria per l’Orto Botanico, a storie, notizie e curiosità che si snodano nel vasto universo digitale attraverso QR-code e video, ‘Impronte’ si presenta come un ricco mosaico di esperienze. La varietà dei materiali proviene non solo da prestatori locali ma anche da istituzioni estere di prim’ordine. Tra questi il Real Jardin Botanico di Madrid e gli Orti Botanici di Padova, Bologna, Pavia, l’Erbario Centrale Italiano di Firenze ed Enti Oliveriani di Pesaro.