I segreti secolari nascosti nei papiri di Ercolano potrebbero essere rivelati grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale. L’enigma archeologico che ha tenuto sveglie generazioni di papirologi ora potrebbe trovare una soluzione. Il risultato? La traduzione di alcune lettere e della parola “porphyras” che in greco antico significa il colore viola, da un rotolo risalente a duemila anni fa. L’impresa è stata condotta attraverso metodi non invasivi, aprendo un nuovo capitolo nell’esplorazione del patrimonio storico.

Papiri di Ercolano, storia ed aneddoti
I papiri di Ercolano furono tragicamente carbonizzati durante l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Questi antichi tesori furono scoperti nel 1752 nella Villa dei Papiri, presumibilmente appartenuta a Lucio Calpurnio Pisone, il suocero di Giulio Cesare. La fragilità dei rotoli li ha però resi inaccessibili, resistendo a ogni tentativo di srotolamento. In pratica, se si prova a srotolarli, si polverizzano. L’ultimo tentativo è avvenuto nel corso dell’800. Fino ad oggi, quando l’Intelligenza Artificiale si è prestata a quest’impresa.
L’IA alla conquista degli antichi segreti ercolanensi
Studiando la questione, Brent Seales, un esperto informatico dell’Università del Kentucky, ha ad un certo punto avuto un’idea. Unire la potenza della tecnologia di tomografia, utilizzata comunemente nelle Tac, con gli avanzamenti nell’intelligenza artificiale. Il progetto ha attirato l’interesse di due imprenditori di Silicon Valley, Nat Friedman e Daniel Gross. I primi successi li hanno spinti a lanciare la “Vesuvius Challenge” a marzo. In palio un premio di 700.000 dollari destinato a chi riuscirà a decifrare quattro segmenti di testo da un rotolo entro la fine dell’anno. Nel frattempo, Seales ha reso disponibili migliaia di immagini tridimensionali ai raggi X e un sofisticato programma di intelligenza artificiale addestrato a interpretare le lettere. L’interpretazione si basa sulle sottili variazioni causate dall’antico inchiostro sulla superficie dei papiri.
I risultati sono strabilianti
I risultati sono arrivati con una rapida successione. Luke Ferritor, un ventunenne stagista di Space X, ha decifrato la parola “porphyras”, per la cui identificazione ha guadagnato 40.000 dollari. In realtà ha identificato 10 lettere in un frammento di 4 centimetri quadrati. Youssef Nader, uno studente egiziano di biorobotica a Berlino, è stato altrettanto premiato con 10.000 dollari per aver svelato la stessa parola utilizzando un metodo innovativo, prospettando ulteriori scoperte.
Seales è fiducioso: l’intero contenuto dei rotoli potrebbe essere recuperato, potenzialmente rivoluzionando la nostra comprensione della letteratura greca e romana. Questi papiri, originariamente presumibilmente parte della biblioteca del filosofo epicureo Filodemo, potrebbero contenere rivelazioni sorprendenti. Robert Fowler, esperto di papiri dell’Università di Bristol, suggerisce che una tale scoperta potrebbe equipararsi alla rinascita dei manoscritti classici durante il Rinascimento.