Dopo l’incendio avvenuto il 12 luglio scorso in piazza Municipio, la celebre opera “La Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto si prepara a rinascere dalle ceneri. L’artista sta infatti ideando una nuova opera, che si distinguerà dalla precedente. A rendere nota questa notizia è stato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, durante il Giffoni Film Festival. Queste le parole del sindaco: “Michelangelo Pistoletto sta concependo una nuova opera. In sostanza, l’artista ricostruirà l’opera, anche se si presenterà in una forma differente rispetto a prima”.
La storia e il significato di “La Venere degli stracci”
“La Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto rappresenta una delle più celebri installazioni dell’arte povera degli anni Sessanta e Settanta del Novecento. La prima versione di questa opera, risalente al 1967, era realizzata in cemento e abiti usati. Attualmente è ospitata presso la Fondazione Pistoletto a Biella. Nel corso degli anni, l’artista ha creato altre installazioni simili, esposte in importanti musei di tutto il mondo, come il Museo di Arte contemporanea di Rivoli in provincia di Torino e la Tate Gallery di Liverpool.
Venere, la dea romana dell’amore, simbolo di bellezza e fertilità, ha costituito l’ispirazione di Michelangelo Pistoletto, richiamando la tradizione classica dell’arte italiana. L’abbinamento della figura di Venere a un ammasso di abiti dismessi rappresenta però un’interpretazione ironica dell’icona classica di bellezza. L’artista ha voluto mettere a confronto l’idea ordinata e classica di bellezza con il caos rappresentato da vestiti ormai inutilizzati. Interpreta così concetti contrastanti attraverso la disposizione di oggetti fuori uso. Vale la pena notare che anche la statua originale di Venere è in realtà un calco in cemento, con un valore originario modesto.
Pistoletto: ispirazione ed espansione dell’opera
La Venere degli Stracci del 1967 di Pistoletto fu inizialmente realizzata con una statua in cemento, simile a quelle che comunemente adornano i giardini. Per rendere la superficie brillante, l’artista la ricoprì con una vernice contenente polvere di mica. Nello stesso anno, Pistoletto creò anche tre versioni della scultura utilizzando calchi in gesso. Queste tre versioni sono attualmente ospitate nella collezione De Bernardi di Napoli, in una collezione in Germania e nella collezione Giuliana e Tommaso Separi di Milano. Quest’ultima installazione è ora in prestito al castello di Rivoli, continuando a diffondere l’impatto artistico di Pistoletto in luoghi diversi del mondo.