L’archeologia romana non smetterà mai di regalarci nuovi reperti. Gli ultimi sono stati ritrovati a Ventotene, sui fondali marini. La scoperta è dovuta alla Stazione Navale di Civitavecchia, nella sua componente subacquea. Il recupero è avvenuto grazie anche alla collaborazione con la Soprintendenza di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone e
Latina.
Il recupero e l’intervento delle Fiamme Gialle
Il recupero consiste in alcuni e interessanti reperti di epoca romana, nello specifico repubblicana, sui fondali dell’isola di Ventotene. Tra questi reperti spicca un’anfora conservata molto bene, quasi alla perfezione. Visto che la costa nei dintorni è caratterizzata da bassi fondali, ed è molto frequentata da un traffico di tipo diportistico, ai lavori si sono affiancate anche le Fiamme Gialle. L’intervento è avvenuto per organizzare una ricognizione subacquea e mettere in salvo i reperti, che potrebbero essere depredati da eventuali trafficanti e truffatori. Sono stati proprio i sommozzatori della Guardia di Finanza a recuperare l’anfora, integra e che si trovava sul fondale marino. Accanto ad essa è stato ritrovato anche un manufatto di tufo dalla forma di un cilindro.
Ventotene teatro di una scoperta emozionante per l’archeologia
L’anfora ritrovata appartiene alla categoria delle “Dressel 1B,” un tipo di anfora utilizzata prevalentemente per il trasporto di vino nella regione tirrenica. Questa tipica anfora vinaria era in uso tra la fine del secondo secolo a.C. e la metà del primo secolo a.C. Il manufatto di pietra proviene invece dalle cave di tufo dell’isola, le quali erano già state sfruttate in epoca romana per la costruzione della Villa Giulia. Successivamente, queste cave furono impiegate per la costruzione del noto carcere borbonico di Santo Stefano e per supportare l’insediamento di Ventotene.
Un’indagine subacquea più approfondita ha permesso di confermare che questo manufatto lapideo faceva parte di un insieme considerevole di blocchi di pietra squadrati che erano disseminati nella zona. È evidente che questi blocchi sono collegati al naufragio di un’imbarcazione da carico, che ha lasciato una traccia significativa di reperti nelle profondità marine.
