Abbiamo visto il controverso Aggro dr1ft, ennesimo, purtroppo, lungometraggio per la regia di Harmony Korine, un autore noto per il suo approccio provocatorio alla messa in scena. Regista di film di culto del panorama hollywoodiano, sponda indipendente, come Gummo, Julien Donkey-Boy e Trash Humpers, Korine ha presentato Aggro dr1ft fuori concorso, per grazia divina, alla scorsa Mostra di Venezia.
Si parla con vago interesse di questa pellicola da ormai un anno per un semplice motivo: si tratta di un film d’azione stile videogame spara-tutto girato interamente in infrarossi, in formato catodico, per giunta.
Una colonna sonora monocorde accompagna le gesta del misterioso protagonista, un sicario che ripete in continuazione: “sono un sicario, sono bravo a uccidere!”. Non è iperbolico farvi presente che questa esternazione venga ripetuta quattro o cinque volte in ottanta minuti di film.
Le immagini a infrarossi, risaltate da effetti in CGI che, come delle incisioni in rilievo, mostrano sui corpi dei soldati ingranaggi, cavi, simil-vene (come a suggerire che i personaggi siano in qualche modo artefatti nella loro fisionomia), tentando (invano) di “intrippare” gli spettatori.
Ora, il santo protettore delle sale cinematografiche (non sappiamo con esattezza se esiste, ma nel dubbio, fingiamo che si tratti dello spirito di Yasujiro Ozu a vegliare su di loro) ha impedito ad Aggro dr1ft di ottenere una distribuzione, vuoi anche per l’incapacità del regista di vendersi in maniera presentabile a stampa, pubblico e possibili acquirenti.

L’unico modo per vedere il film – oltre a quello illegale che vi sconsigliamo – è noleggiarlo a sedici dollari. Cosa non si fa, per raccontare a un pubblico di vittime innocenti, le atrocità del fu jeune prodige Harmony Korine. Il punto è davvero semplice: visto in casa, Aggro dr1ft funge da ottimo sottofondo durante la preparazione di un manicaretto, di una partita a carte con la nonna, per dire. Un ASMR. Ecco, come ASMR funziona divinamente.
Visto in sala, credo possa portare al collasso istantaneo il sistema nervoso degli spettatori.
La colonna sonora monocorde, impiega dodici secondi a tramutarsi, come un bruco in una splendida farfalla, in una cantilena soporifera capace di abbattere un’orda di facoceri in pochi inesorabili istanti.
Tutto questo sarcasmo potrà sembrare eccessivo ma fidatevi, questa è la modalità più consona per raccontarvi di un lavoretto svogliato, pretenzioso e privo di fondamenta come Aggro dr1ft. Oltretutto, chi vi scrive deve giustificare alla redazione i sedici euro spesi per il noleggio.
Harmony Korine crede di poter vendere fumo al pubblico, ma fin qui, nulla di nuovo sul fronte occidentale. Certo che girare un film in infrarossi pur di conferirgli una caratteristica riconoscibile è davvero troppo, anche per un insulso provocatore quale l’esimio dottor Korine.
Se proprio dovete spendere del danaro in questi giorni, correte a vedere Dostoevskij dei fratelli D’Innocenzo: noir in due atti, quattro ore e quaranta di durata, costo del biglietto, tre euro e cinquanta ad atto.