Il Cinema Ritrovato ha dedicato la serata del 25 giugno a Francis Ford Coppola, proiettando il restauro per il quarantesimo anniversario di uno dei suoi più grandi capolavori: La conversazione. Rilasciato pochi mesi prima dell’uscita de Il Padrino – Parte II, il film vinse la Palma d’Oro al ventisettesimo Festival di Cannes.
Si tratta di un ritorno alle origini per Coppola che, dopo il successo planetario de Il Padrino, decise di girare un film intimo, ambientato quasi soltanto in interni, per giunta con un budget contenuto. Mette al mondo quello che può essere considerato il manifesto, ideologico e formale, della Nuova Hollywood.
Gene Hackman interpreta un esperto di intercettazioni, Harry, intento a registrare la conversazione tra due amanti in un parco, su commissione di un ricco dirigente d’azienda. L’ossessione porterà Harry a intromettersi nella storia, convinto che la sua registrazione possa mettere in pericolo la vita dei due innamorati.
Un racconto di solitudine, con un eroe imperfetto, abbandonato e incapace ad avere a che fare col prossimo. Proprio come sarà per Taxi Driver e Carrie pochi anni dopo, i “freaks”, abbandonati a loro stessi, prenderanno in mano le redini della narrativa cinematografica.
Il profetismo di Coppola, che si ispira dichiaratamente a Blow Up di Antonioni, porta La conversazione a, paradossalmente, funzionare oggi, 2024, meglio di allora, 1974. L’ansia del cittadino americano di essere sotto sorveglianza, dal suo stesso governo, è ciò che condizionava da decenni il tessuto sociale degli Stati Uniti. Pochi mesi dopo l’uscita del film, lo Scandalo Watergate: gli americani scoprono quello che non avrebbero mai voluto, il privato è ormai diventato pubblico dominio, senza che se ne accorgessero.
Le aziende e i governi osservano i cittadini dall’alto, mentre questi ultimi, si spiano l’un l’altro, ossessionati da registrazioni (fotografiche e video) che danno loro l’impressione di conoscere tutto riguardo le vite degli altri.