Napoleon di Ridley Scott poteva essere la concretizzazione di un sogno: realizzare un colossal sul leggendario condottiero e imperatore di Francia. Il risultato finale ricorda più una puntata di Uomini e donne con degli intermezzi bellici.
La storia di Napoleone Bonaparte/Joaquin Phoenix è quella di un piccolo uomo che ha gli attacchi di panico sul campo di battaglia, incapace a tenere le redini di un matrimonio e sessualmente impotente. La moglie Giuseppina Bonaparte/Vanessa Kirby lo tiene in pugno, giocando con la sua debole forza d’animo.
Il condottiero leggendario viene umanizzato, ma solo per mezz’ora di film. Quello che segue è una sequela di scene erotiche pensate male e messe in scena ancora peggio, oltre a innumerevoli e inenarrabili momenti di intimità “”spirituale”” tra i due coniugi-imperatori.
Lui è ossessionato da lei, lei non ha niente di speciale, il personaggio cinematografico quantomeno. L’uomo che ha messo in ginocchio l’Europa, inscatolato in un film, diventa uno che finisce sul trono di Francia per caso. Ci sono salti temporali repentini che non lasciano intravedere l’ascesa dell’imperatore.

Viene invece concesso tanto, troppo minutaggio al racconto della caduta. Ma da dove dovrebbe cadere esattamente questo personaggio di cui non abbiamo capito niente nelle due ore precedenti?
La carriera diplomatica non è pervenuta, quella militare è ridotta a sequenze spettacolari sì, ma sconnesse per qualità e intenti dal resto del racconto.
La vita privata come detto dipinge Bonaparte come un bambino. Non nell’ottica di ritrarre in chiave parodistica il personaggio storico, anzi. È un bambino perché il personaggio è scritto tremendamente. Tanti, troppi passaggi sono imbarazzanti, per essere gentili.
L’ossessione verso Giuseppina appartiene più al regista e al montatore del film, che non allo stesso Napoleone. Durante ogni battaglia la presenza della donna è, a quanto pare, imprescindibile. Mentre il sangue dei cadaveri inonda i campi siamo costretti, a mo’ di Cura Ludovico di Arancia meccanica ad ascoltare le letture delle lettere d’amore tra i due coniugi.
In conclusione Napoleon è un supplizio di due ore e mezza senza capo né coda, con, di tanto in tanto, sequenze di battaglia orchestrate con maestria. E ci mancherebbe altro.
E in ultima analisi. Gli ideali della rivoluzione francese? Il patriottismo estremo che ogni tanto Bonaparte millanta? Non si vedono né si sentono. Il popolo non esiste, la patria non esiste. Esiste solo l’ego ingiustificato di un personaggio scritto male.