Addio a Michela Murgia, che ci ha lasciato giovedì 10 agosto. A soli 51 anni. Murgia ha combattuto con coraggio una lunga battaglia contro il cancro, rivelando pubblicamente a maggio la sua sfida contro un tumore al rene in fase avanzata. Originaria di Cabras, un angolo in provincia di Oristano, in Sardegna, Murgia ha attraversato una variegata serie di esperienze prima di emergerne come scrittrice e intellettuale.

Dalla vendita di aspirapolveri all’Accabbadora letteraria
I primi passi di Michela Murgia nel mondo del lavoro la videro agire come insegnante di religione, cameriera e portiera di albergo, prima di abbracciare la sua passione per la scrittura. Il suo debutto letterario, “Il mondo deve sapere”, pubblicato nel 2006, narrava il diario di una venditrice telefonica di aspirapolveri Kirby. In questo libro rifletteva sulla sua esperienza nel settore. Il regista Paolo Virzì trasse ispirazione da questa opera, dando vita al film “Tutta la vita davanti” nel 2008. Ma il vero trampolino di lancio di Murgia fu il romanzo del 2009, “Accabadora”, ambientato nella cornice della Sardegna. Quest’opera vinse il premio Campiello e raccontava la storia di una giovane in custodia a una donna che eseguiva il ruolo di “accabbadora”, mettendo fine alle sofferenze degli agonizzanti.
Addio a un’eroina dei tempi moderni
Nel corso degli anni successivi, Murgia sfoderò una serie di opere rivelatrici. “Ave Mary” del 2013 fuse abilmente il suo retaggio cattolico con il femminismo. Il punto di vista era una rilettura rivoluzionaria di Maria, la madre di Gesù. Da qui l’inizio della sua critica incisiva al patriarcato, che avrebbe ulteriormente sviluppato in pamphlet, articoli e post online nei tempi a venire. Nel suo romanzo del 2015, “Chirù”, Michela Murgia si spogliò delle maschere letterarie per esplorare apertamente il connubio tra amore e potere, con uno sguardo autobiografico. Ma il suo influsso andò oltre la carta stampata. Murgia si rivelò anche come fervente attivista femminista e intellettuale. Un’impronta indelebile è stata lasciata dal suo podcast “Morgana”, co-creato con l’autrice Chiara Tagliaferri. In diverse stagioni, il podcast narrava le biografie di donne e uomini che sfidavano le convenzioni, incantando l’ascoltatore con storie che avrebbero fatto sobbalzare “tua madre”.
L’ultima sua pubblicazione, “Tre ciotole”, può essere considerata il suo testamento culturale e letterario, con annotazioni anche su come ha affrontato la malattia e si stava preparando alla morte. Ci lascia un’intellettuale di gran valore, che ha segnato tappe importanti nel pensiero femminista italiano. Con l’addio di Michela Murgia, l’Italia perde una voce potente e provocatoria che ha affrontato i paradigmi sociali con straordinaria audacia e sensibilità. La sua eredità rimarrà viva attraverso le pagine dei suoi libri, gli echi dei suoi discorsi e l’ispirazione che ha iniettato nella sfera dell’attivismo contemporaneo.