Torna a settembre la rassegna concertistica Tempio Armonico
Questo evento, realizzato con il sostegno della Direzione generale Spettacolo del Ministero della Cultura, prevede quattro concerti di musica barocca, in programma per i fine settimana del 14-15 e 21-22 settembre. L’iniziativa è diretta artisticamente da Antonio Florio, con il coordinamento scientifico di Dinko Fabris e il supporto alla ricerca storico-musicale di Domenico Antonio D’Alessandro.
I concerti, ospitati nella Chiesa-Museo dei Girolamini, recentemente riaperta al pubblico, presenteranno un repertorio legato alla tradizione dell’Oratorio napoletano, con opere di compositori come Giovanni Salvatore, Leonardo Leo, Giovan Battista Pergolesi e Francesco Feo. Alcune partiture, custodite nell’Archivio Storico recentemente digitalizzato, saranno eseguite in prima assoluta moderna.
L’ingresso ai concerti è gratuito, eccetto il costo del biglietto per l’accesso alla Chiesa-Museo, disponibile online o tramite i totem digitali sul posto. Inoltre, ogni concerto sarà preceduto da incontri con esperti per approfondire il contesto artistico e culturale del periodo.

Chi erano i Girolamini
I Girolamini, o Oratoriani, erano un ordine religioso cattolico fondato da San Filippo Neri a Roma nel XVI secolo. Conosciuti formalmente come la Congregazione dell’Oratorio, i membri di questo ordine erano sacerdoti e laici devoti che vivevano in comunità senza emettere voti solenni, dedicandosi alla preghiera, all’istruzione e alla carità. Il nome “Gerolamini” è legato al culto di San Girolamo, un Dottore della Chiesa, anche se non è direttamente connesso alla vita dell’ordine. In Italia, il termine è spesso utilizzato per riferirsi alle comunità degli Oratoriani e alle istituzioni a loro legate, come il Complesso dei Girolamini a Napoli, un importante centro religioso e culturale che ospita una chiesa, un museo e una biblioteca storica.
Il rapporto tra i Girolamini e la musica
I Gerolamini hanno svolto un ruolo significativo nella promozione della musica sacra e barocca, e molti compositori del periodo erano associati alle loro attività. Hanno anche contribuito all’educazione e alla diffusione della cultura umanistica, rendendo le loro biblioteche e raccolte accessibili al pubblico.
Tra i collaboratori inviati a Napoli da San Filippo Neri vi era il musicista padre Giovenale Ancina, autore di numerosi componimenti confluiti nell’opera Tempio armonico della Beatissima Vergine. Questi lavori trasformavano testi madrigalistici in brani spirituali, contribuendo alla moralizzazione del pubblico. Già dalla metà del Seicento, grazie a Erasmo di Bartolo, detto “Padre Raimo”, l’Oratorio di Napoli divenne un centro musicale di riferimento, equiparato ai quattro conservatori maschili, influenzando la musica napoletana fino al Settecento.