Home » Gli antichi Egizi e il gatto: perché era un animale sacro?
Per gli antichi Egizi, il gatto era molto più di un semplice animale domestico. Era considerato sacro, venerato e addirittura adorato come una divinità. Ma come mai questo animale ha acquisito così tanta importanza nella cultura egizia?
Per capire l’importanza del gatto nella cultura egizia, dobbiamo tornare all’Antico Regno, circa 4.000 anni fa. In quel periodo, i gatti erano utilizzati per tenere sotto controllo la popolazione dei topi che infestavano le risaie, i magazzini di grano e le case. A poco a poco, i gatti divennero preziosi alleati degli Egizi nella lotta contro i roditori e furono sempre più apprezzati per la loro capacità di cacciare e uccidere i topi. Ma la storia dei gatti egizi va oltre la loro utilità pratica. Gli antichi Egizi vedevano nei gatti alcune caratteristiche che li facevano somigliare a divinità. La loro agilità, la loro grazia e la loro abilità nel muoversi in modo fluido e silenzioso li facevano sembrare creature mistiche e sovrannaturali.
I gatti erano poi considerati un simbolo di fertilità, di abbondanza e di benessere. Si credeva che gli dei avessero la capacità di trasformarsi in gatti e che questi animali fossero in grado di entrare in contatto con il mondo degli spiriti. Per questo motivo, i gatti erano spesso associati a cerimonie religiose e venivano accuditi con grande cura e rispetto. Il gatto più importante per gli antichi Egizi era la dea Bastet. Raffigurata con un corpo umano e una testa di gatto, Bastet era la protettrice della casa, della famiglia e dei gatti. Era una divinità benevola, protettrice della fertilità e della maternità, che garantiva prosperità e benessere a chi la adorava.
Per questo motivo, i gatti erano considerati sacri e venivano trattati con grande rispetto e cura. Venivano addirittura mummificati dopo la morte e se ne prendevano cura come se fossero membri della famiglia. Si credeva che i gatti avessero l’anima immortale e che potessero accompagnare i propri padroni nell’aldilà.
© 2023 World Culture - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 33 del 21/07/2022)
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