Home » Graziella Magherini, ci lascia la psicanalista della sindrome di Stendhal
Il mondo dell’arte e della psichiatria sono da sempre stati al centro degli studi di una mente eccezionale quale quella di Graziella Magherini, morta il 10 dicembre a Firenze. Nata il 23 agosto del 1927, aveva subito seguito la sua vocazione fin dai banchi della Facoltà di Medicina dell’Ateneo fiorentino. La sua carriera, che ha attraversato diversi decenni, ha abbracciato la psicoanalisi e la psichiatria, culminando con la libera docenza raggiunta a soli 33 anni. Improntata da una passione precoce per la storia dell’arte, Magherini aveva studiato a fondo la vita e l’opera di Michelangelo, in collaborazione con Simona Argentieri.
La carriera di Magherini ha visto la sua massima espressione quando, in qualità di dirigente del reparto del manicomio fiorentino di San Salvi, si è dedicata all’arte terapia. Successivamente, ha guidato il Dipartimento di Salute Mentale del Centro di Firenze e il reparto psichiatrico dell’ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova. Fu qui che la sua attenzione si concentrò su casi di turisti italiani e stranieri afflitti da disturbi emotivi scatenati dall’osservazione di opere d’arte. Nel 1977, Magherini analizzò e descisse la sindrome che colpiva i turisti più sensibili, provocando sintomi quali tachicardia, capogiri e allucinazioni durante l’ammirazione di capolavori. Chiamò questo fenomeno la ‘sindrome di Stendhal’, in omaggio al celebre scrittore francese che ne parlò per la prima volta nel 1817, dopo un’esperienza a Firenze.
La passione di Magherini per l’indagine psicologica e il legame tra arte e psicoanalisi è stata costante lungo tutta la sua carriera. Membro didatta dell’Associazione Italiana di Psicoanalisi e dell’International Psychoanalytic Association, è stata anche presidente dell’International Association for Art and Psychology. I suoi contributi letterari includono opere come “Chi ucciderà la psicoanalisi. Psicofarmaci e Internet all’assalto” e “O Signore sto forse impazzendo? Dubbio e sgomento della follia in letteratura”. La sua è stata insomma un’impronta notevole nel mondo dell’arte e della psichiatria, che ha aperto nuove strade di comprensione tra la mente umana e l’espressione artistica.
© 2023 World Culture - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 33 del 21/07/2022)
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