Home » Pupi Avati chiuderà l’81ma edizione della Mostra del cinema a Venezia
Pupi Avati, uno dei registi più iconici del panorama cinematografico italiano, sarà il protagonista della chiusura dell’81esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il suo ultimo lavoro, “L’orto americano”, sarà proiettato fuori concorso come film conclusivo del prestigioso evento. In questo progetto, Avati si cimenta per la prima volta con il bianco e nero, esplorando nuove dimensioni espressive. Questo film rappresenta l’ennesima dimostrazione della sua continua evoluzione artistica, nonostante i suoi 87 anni.
Il regista ha recentemente appreso che il Ministero dell’Istruzione ha approvato la proposta di conferire a lui la Laurea Magistrale Honoris Causa in Italianistica. Questo riconoscimento, avanzato dal Senato accademico di Roma Tre, testimonia il grande contributo di Avati alla diffusione della cultura italiana e, in particolare, alla valorizzazione dell’opera di Dante Alighieri. Avati, che ha dedicato un film al sommo poeta nel 2022, ha sottolineato come Dante, insieme a Croce e Pascoli, sia stato una guida fondamentale nel suo percorso artistico e personale.
In un’intervista rilasciata all’Ansa, Avati ha riflettuto su quanto debba a Dante, dichiarando che il poeta lo ha profondamente influenzato nella sua visione della vita e dell’arte. Attraverso Dante, e successivamente attraverso il filosofo Benedetto Croce, Avati ha imparato che la cultura e la bellezza possono essere un rifugio nei momenti più difficili. Questo insegnamento gli ha permesso di superare le sfide della vita, anche se da giovane non era affatto uno studente modello. La “Vita Nova” di Dante, infatti, gli ha rivelato il potere catartico dello studio e della conoscenza.
Parlando del suo nuovo film “L’orto americano”, Avati lo descrive come un thriller gotico che, pur essendo un’opera di genere, porta la sua inconfondibile firma. Per Avati, girare questo film ha rappresentato una vera e propria riscoperta del cinema, grazie all’utilizzo del bianco e nero. Nonostante abbia già diretto 54 film, solo con quest’ultimo si è sentito veramente al debutto, come se stesse scoprendo per la prima volta il potere visivo ed emotivo di questa scelta stilistica. “L’orto americano” si preannuncia così come una tappa importante nella carriera di un autore che non smette mai di reinventarsi.
© 2023 World Culture - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 33 del 21/07/2022)
Gruppo Editoriale: USB - Animalsland - Findyourtravel - Foodando - Nearfuture
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