Sono trascorsi cinquant’anni dalla sua scomparsa, e dalla prima edizione italiana de Lo Hobbit, ma il ricordo di John Ronald Reuel Tolkien resta sempre vivo. Proprio per questo Roma si prepara a ospitare un evento senza precedenti: la mostra “Tolkien. Uomo, Professore, Autore”.
Dal 16 novembre all’11 febbraio 2024 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea propone una vera e propria immersione nelle opere epiche di Tolkien. Non solo, ma in questo caso si tratta di un viaggio nel cuore e nell’anima dell’uomo che ha dato vita alla celebre Terra di Mezzo e alla saga de Il Signore degli Anelli. Lontana dalle classiche esposizioni, questa mostra romana si propone di narrare l’uomo dietro la leggenda, il padre, l’amico, l’accademico, l’autore di fondamentali studi medievali.

Manoscritti autografi, lettere e adattamenti cinematografici
Un’esposizione unica nel suo genere, dunque – e la prima di queste dimensioni mai dedicata all’autore inglese in Italia -, che va oltre le convenzionali celebrazioni letterarie. Offre infatti una prospettiva completa sulla vita e l’eredità di Tolkien. Tra manoscritti autografi, fotografie d’epoca, lettere, ricordi personali, il percorso espositivo è un tuffo nell’immaginario poliedrico del professore oxfordiano esperto di Medioevo. Con particolare attenzione al suo rapporto con l’Italia, la mostra rivela i dettagli del suo amore per Dante e per la lingua italiana, oltre alle sue esperienze a Venezia e Assisi nel 1955. Un omaggio al legame indissolubile tra Tolkien e la cultura italiana, con testimonianze dirette e indirette di studiosi e intellettuali italiani.
La mostra non tralascia neanche gli adattamenti cinematografici, dai primi film d’animazione a opere più recenti come la trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson. Ideata e promossa dal ministero della Cultura, si avvale della collaborazione dell’Università di Oxford e la curatela di Oronzo Cilli. L’esposizione coinvolge tantissime istituzioni internazionali, come l’Archivio Apostolico Vaticano e l’Università di Liegi. E poi l’Università di Reading, l’Oratorio di San Filippo Neri di Birmingham, il Venerabile Collegio Inglese di Roma, la Tolkien Society. E ancora la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, la Biblioteca civica di Biella. Fino alle case editrici Astrolabio-Ubaldini e Bompiani, il Greisinger Museum di Jenins e la Warner Bros Discovery.
Tolkien in mostra: le polemiche e le accuse della stampa anglosassone
La Capitale sarà la prima tappa di un viaggio culturale tolkieniano che nel 2024 toccherà altre città italiane. Subito dopo Roma ci sarà Napoli. Grazie all’iniziativa del ministero della Cultura, la mostra sarà accessibile a tutti senza costi aggiuntivi, promuovendo la partecipazione di ogni cittadino alla vita culturale. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sottolinea infine l’importanza di questo evento come “atto deliberato e voluto” privo di dimensioni politiche. La precisazione arriva dopo le polemiche, mosse soprattutto dalla stampa anglosassone, di aver organizzato questa mostra sotto l’ala protettiva della destra. In più, accusano i giornali inglesi, con l’avallo della premier, Giorgia Meloni, che notoriamente ama Tolkien. Sangiuliano risponde alle polemiche sottolineando che “quando la cultura è alta, non ha una dimensione politica”. Ribadisce che Meloni non c’entra niente con l’organizzazione della mostra, e che sarà semplicemente presente all’inaugurazione il 16 novembre, null’altro (“ha altro a cui pensare” sono le parole del ministro). Nonostante le dietrologie e le polemiche, questa mostra è insomma destinata a celebrare il genio di Tolkien senza distinzioni politiche.