Si è spento, domenica 21 luglio 2024, il regista, sceneggiatore e critico cinematografico Salvatore Piscicelli. Siamo qui a raccontarvelo con il cuore in mano.
Nato a Pomigliano d’Arco nel 1948, Piscicelli, insieme ad Antonio Capuano, sono annoverati tra i padri fondatori – e purtroppo unici rappresentati passati alla storia – della cosiddetta Nouvelle Vague Napoletana, nonché pioniere del cinema LGBTQI+ in Italia, a cavallo degli anni ’80 e ’90. Purtroppo, l’opera di Piscicelli non ha mai realmente avuto una riscoperta – non su larga scala – restando un autore eccezionale noto ai pochi.
I suoi lavori, figli del realismo di radice pasoliniana (per intenderci) sarebbero divenuti cult assoluti, se solo avessero ricevuto il giusto trattamento distributivo, in sala a loro tempo, e in home video negli scorsi anni. Oggi, in seguito alla sua scomparsa, crediamo che sia giunta l’ora, meglio tardi che mai, di riesumare il Cinema – con la C maiuscola – di uno degli epigoni più sbalorditivi del cinema classico italiano, che ha saputo raccontare l’altra faccia di Napoli, negli anni in cui l’Italia guardava al capoluogo campano attraverso lo sguardo e la poetica di Massimo Troisi, parlando di canali mainstream.
In questo senso, onore alla casa editrice napoletana Martin Eden che ha pubblicato pochi mesi fa un testo critico dedicato a Salvatore Piscicelli: Salvatore Piscicelli – La magnifica ossessione, disponibile in libreria e su Amazon. Uno splendido omaggio che Piscicelli stesso ha potuto ricevere prima di lasciarci.
Se ne avete la possibilità, riscoprite il prima possibile questo splendido autore, così che possiate capire cosa abbiamo perso. I suoi capolavori imprescindibili, Immacolata e Concetta e Blues Metropolitano, con le musiche di Joe Amoruso, Pino Daniele e Tullio De Piscopo, sono i must, nonché i più facili da reperire a noleggio, oltre a Vita segreta di Maria Capasso, suo ultimo film.