Una notizia che lascia un vuoto incolmabile nel cuore di ogni cinefilo: Anouk Aimée, uno dei volti rappresentativi della Nouvelle Vague, si è spenta a Parigi all’età di 92 anni. A dare l’annuncio è stata la figlia:
“Con mia figlia, Galaad, e mia nipote, Mila, abbiamo l’immensa tristezza di annunciarvi la scomparsa della mia mamma, Anouk Aimée. Ero proprio accanto a lei, quando questa mattina si è spenta, nella sua casa, a Parigi”.
Queste le parole di Manuela Papatakis, figlia della diva francese.
Anouk Aimée fu musa di Federico Fellini, nelle sue opere più amate, quelle che lo hanno condotto dal neorealismo de La strada e Le notti di Cabiria al dramma borghese, che passa attraverso la ricerca della trascendenza nella vacuità del quotidiano. Amante di Marcello Mastroianni ne La dolce vita, moglie dello stesso Mastroianni, qui Guido Anselmi, in 8 ½, il più grande film della storia del cinema.
L’amore per la Aimée ha accomunato tanti grandi autori, da Marco Bellocchio, che la rese protagonista di Salto nel vuoto, che le valse il premio per la migliore interpretazione femminile, Palma d’Oro, al Festival di Cannes. Come non citare Nanni Moretti, che la omaggia nel suo ultimo film, Il sol dell’avvenire. Il suo personaggio nel film riguarda Lola, con la Aimée protagonista, prima di iniziare le riprese dei suoi film.
“Ogni volta che inizio le riprese di un film, dobbiamo guardare tutti insieme Lola, con Anouk Aimée”.
Una personalità la sua, in grado di divorare lo schermo. Femme fatale dall’animo decadente, donna sfrontata, che comunicava con l’unica forza espressiva del proprio corpo, del suo volto, che fu maschera, di un’epoca che ha cambiato inesorabilmente le sorti del cinema anche, forse molto, per merito suo.