Il 2023 cinematografico parla chiaro: il mondo va a rotoli e ha sempre più domande a cui non sa come rispondere. Ma non temete, le risposte sono insite nei dieci meravigliosi film presenti in questa classifica. Mettendo insieme questi punti di vista, forse, riusciremo a tracciare il sentiero verso una società meno incerta.
Ogni posizione in classifica sarà quindi introdotta da una domanda ineluttabile.
Ricordiamo che le fantomatiche “Top 10” vanno prese in considerazione per quello che valgono: sono solo un gioco.

10. Il male non esiste di Ryusuke Hamaguchi
La natura matrigna di leopardiana memoria va temuta? La domanda corretta da porsi è lievemente diversa: la natura matrigna deve temerci? La risposta, per Ryusuke Hamaguchi è: al momento sì.
Il maestro giapponese (di soli quarant’anni) cambia direzione rispetto a Drive My Car e a Il gioco del destino e della fantasia, più incentrati sul mondo borghese, alienato, raccontando l’incontro tra topi di campagna e topi di città. Sullo sfondo, madre natura orchestra un terzo atto mozzafiato, tra i migliori dell’anno. Il migliore lo trovate al terzo posto di questa classifica.

9. Sick of myself di Kristoffer Borgli
Essere mediocri significa essere ignorati. Da cosa? Dall’occhio della cinepresa. Signe ha bisogno di trasfigurarsi per essere presa in considerazione, diventare prima icona, poi modella e diventare immortale attraverso pubblicità e shooting. Sick of myself è un saggio sul ruolo dell’immagine nel nostro tempo, dal regista rivelazione di questo 2023, Kristoffer Borgli.

8. Maestro di Bradley Cooper
Ma la salute mentale esattamente, come si può sostenere? Sussurrando parole sentite all’orecchio di chi soffre. Diventeranno una coperta soffice e mitigata. Il film della maturità di Bradley Cooper.

7. Le vele scarlatte di Pietro Marcello
A proposito di maturità. Ha ancora senso credere nelle fiabe? Certo. Pietro Marcello dichiara al mondo di aver messo in piedi il suo immaginario cinematografico, inscatolato in istantanee corrose dal tempo e contrastatissime, figlie di una fotografia in pellicola anacronistica.
Marcello gira un film che è un concentrato di magia: è come guardare un film di Miyazaki ma con attori in carne e ossa.

6. Oppenheimer di Christopher Nolan
Siamo responsabili delle nostre azioni? Certo. Ma se le nostre azioni influenzassero miliardi di vite umane, cambierebbe qualcosa? Assolutamente no.
Il J. Robert Oppenheimer di Christopher Nolan affronta questo processo (sia etico che giuridico), realizzando che il passaggio di stato dalla teoria alla pratica richieder il sacrificio di migliaia di innocenti e che la vera transizione è quella subita da chi genera il male: Oppenheimer diventa morte, distruttore di mondi.

5. Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese
In quanto razza, siamo responsabili dell’abuso di potere esercitato dai nostri simili? Scorsese riflette sul privilegio bianco e su come il petrolio, oro nero, diventi sangue nero, quando passa per delle avide mani.
Il martirio del popolo Osage viaggia di pari passo con la nascita dell’America turbo-capitalista.

4. As bestas di Rodrigo Sorogoyen
Dovremmo avere paura delle immagini? Forse, racconta Sorogoyen, dovremmo temere di più chi compone l’immagine.
È la prospettiva distorta il male di cui aver paura. Quella di un gruppo di nazionalisti che, intimoriti da una videocamera, cercano di eliminarla, per non essere ritratti e poter regnare nell’anarchia, all’esatto contrario di Sick of myself.
L’unico mezzo per difendersi, secondo il meraviglioso film di Sorogoyen, è premere il tasto REC sullo smartphone, o, nel caso di As bestas, di una camera digitale.

3. Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki
La soluzione al male del mondo è crearne uno fittizio in cui rifugiarsi? Potrebbe funzionare, infatti il prozio di Mahito, il protagonista, scappa in una torre incantata avulsa dal mondo reale, che è in guerra, nel 1943. La stessa torre però cadrà per volontà di un giovane che incarna un futuro speranzoso e che preferisce perdersi nel mondo con tutto il suo dolore, piuttosto che alimentare una candida fantasia. Capolavoro assoluto.

2. La chimera di Alice Rohrwacher
Sapremo mai come vanno a finire i sogni? Alice Rohrwacher, la regista che non meritiamo ma quella di cui abbiamo bisogno, ci offre l’opportunità di scoprire cosa succede ai sogni, quando ci risvegliamo.
Ma a chi appartiene il sogno? Al tombarolo solitario, o alle anime degli etruschi, depredati nelle loro camere mortuarie? Quella della Rohrwacher è una delle poche voci autentiche al mondo.

1. Povere creature! di Yorgos Lanthimos
La famiglia è destinata a sfasciarsi? Una famiglia tradizionale, non esiste più da tempo. E Povere creature! decide di immaginare il futuro della famiglia, fatta di legami scelti e non imposti dal sangue.
Bella Baxter, moderno Mostro di Frankenstein, inizia a perdersi anche lei nel mondo, guidata da un amore per l’ignoto sconfinato.
Diventa ciò che forse inconsciamente ognuno di noi vorrebbe poter essere: neonati in corpi adulti, così da poter riscoprire l’esistenza con occhi nuovamente vergini.
Le identità dei diversi condurranno il mondo su un binario calmo, e Povere creature! è un viaggio all’interno di una prospettiva nuova, risolutrice, ma soprattutto femminile, femminea e femminista.
Una delle opere più significative del ventunesimo secolo.