Il film di Luis Ortega è la prima nota in nero del concorso dell’ottantunesima Mostra del Cinema. L’entusiasmo dovuto alla presenza sul red carpet della star de La casa di carta Úrsula Corberó, è stato immediatamente spento dal risultato (volendo essere gentili) amatoriale, superficiale e non-sense di El Jockey (Kill the jockey).
Nella nuova fatica (e che fatica!) di Luis Ortega, Nahuel Pérez Biscayart interpreta un fantino tossicodipendente, semi-muto, che in seguito a un incidente mortale si risveglia e rinasce percependo sé stessa come donna. La gravidanza della sua compagna (figlia di un imprenditore affascinato dalla criminalità), subirà inevitabilmente delle variazioni del tema, ora che la bambina prossima a venire al mondo, avrà due madri.
Al netto del macro-tema legato alla morte e rinascita della famiglia tradizionale, il film di Ortega assume le sembianze di una commedia nera, invaghitasi degli stilemi del crime, che trae ispirazione dai “silent movies” di Nicholas Winding Refn. Il fantino nella prima parte della pellicola (nella sua fase cis-gender) ricorda il Ryan Gosling di Drive e Solo Dio perdona. Il tutto condito da sequenze musicali “rozze”, per usare un eufemismo.
Volendo identificare il difetto di concepimento in The Jockey abbiamo però bisogno di discendere sino alle radici dell’impianto narrativo. L’opera di Luis Ortega lascia dedurre che la sua totale assenza di consapevolezza del mezzo cinematografico lo abbia spinto a inserire allegorie relative al concepimento evangelico, che incrocia allegorie (per nulla velate) rispetto alla famiglia queer, a come la società a noi presente senta l’esigenza di reinventarsi partendo dalla propria componente gerarchica: famiglia.
“Famiglia” è quella criminale, massacrata dal protagonista, ora donna transgender, Lola/Dolores. Famiglia, è quella queer in cui la neonata Lolita avrà due madri naturali e una terza madre, nuova compagna del personaggio interpretato dalla Corberó.
Ideali nobili, sfruttati però, al fine di allinearsi al pensiero progressista comune agli autori della nuova leva del cinema europeo.