Vermiglio di Maura Delpero è la seconda opera italiana presentata in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, dopo Campo di battaglia. L’opera seconda della regista bolzanese è ambientata nella cittadina di Vermiglio, per l’appunto, nel corso di una delle due Guerre Mondiali, senza specificare di quale delle due si tratti.
Protagonista, una famiglia formata da padre, madre e sette figli. Il padre è il maestro della piccola comunità di montagna. Una guida, che pare essere più interessato a indirizzare i propri allievi nella loro formazione morale, piuttosto che dar loro le basi per evitare l’analfabetismo. Una trovata didascalica, al limite della retorica pseudo-fiabesca in stile Libro Cuore.
Il dramma in costume della Delpero si avvale di una notevole fotografia, da un punto di vista meramente estetico. Volendo però oltrepassare l’apparenza, è lampante l’utilizzo, un po’ facilone, di una fotografia paesaggistica, che rende Vermiglio conforme sia a un linguaggio da cinema di finzione, che da documentario d’osservazione realista.
Vere protagoniste in Vermiglio sono però le interpreti femminili: tutte apparentemente vitali, nel cast corale. Nel concreto, tuttavia, quando le carte vengono scoperte, la realtà dei fatti sale a galla: ognuna di loro è, volendo usare un eufemismo, semplicemente abbozzata. L’idea della regista era evidentemente quella di incarnare una sfaccettatura dell’inferiorità di genere in ognuna di loro.
L’intero Vermiglio risulta però un ennesimo tentativo in questo concorso principale, di fare del femminismo da quattro soldi, occasionale, mai sentito. Un film ambientato più di un secolo fa, in una comunità di montagna popolata da analfabeti e donne relegate ai lavori casalinghi, ha bisogno, nel 2024, di intenzioni rivoluzionarie, rispetto al modo di raccontare la donna nel ‘900. Vedi l’ottimo Maria di Larrain (qui la recensione).
All’atto pratico, prodotti malconci come Vermiglio, risultano reazionari, nel mostrare, senza prender posizione, scene di soprusi (taluni espliciti, taluni meno) per il mero gusto di metterle in scena.
Tutto gratuito, nel film che apre la giornata di concorso, lunedì 2 settembre.